Ragazza
pugliese scomparsa riappare a Porta Nuova:
“Mi
hanno costretta a prostituirmi”
Una
storia di violenze e abusi che parte dalla Puglia e arriva fino a Verona, e più
precisamente in stazione a Porta Nuova, con alcune ombre ancora da chiarire. Tutto
è iniziato in Puglia, dove una ragazza appena maggiorenne è sparita di casa,
facendo partire immediatamente uno segnalazione da parte della madre alla
polizia. Dopo giorni di ricerche in tutta la Penisola, sono stati proprio gli
agenti della Polfer veronese a riconoscerla e a raccogliere la sua
agghiacciante deposizione. La giovane infatti avrebbe raccontato agli agenti
che l’uomo che era con lei, un cittadino bulgaro, l’aveva dapprima obbligata ad
avere con lui un rapporto sessuale e poi avviata alla prostituzione anche prima
del compimento del diciottesimo anno d’età. Una volta raccolta la deposizione,
alla ragazza è stato prospettato il rientro in Puglia, ma è stata lei a
rifiutarsi sostenendo che in realtà sarebbe stata proprio la madre a indurla,
quando era ancora minorenne, a concedersi in cambio di denaro. Un racconto che
andrà verificato, ma per quanto riguarda le accuse mosse al bulgaro che
l'accompagnava, il sostituto procuratore ne ha disposto l’arresto, con la
duplice accusa di violenza sessuale su minore e sfruttamento della
prostituzione minorile. L’uomo, in attesa che venga celebrata l'udienza di
convalida, è stato accompagnato in carcere. La giovane invece, che non ha
intenzione di tornare a casa, è stata affidata ad un’associazione che ospita
donne in difficoltà. Non è escluso comunque che la competenza territoriale
possa spostarsi in Puglia, dove sarebbe iniziato il favoreggiamento della
prostituzione.
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